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Come individuare il target delle tue campagne Facebook Ads

Come individuare il target delle tue campagne Facebook Ads

NOVITÀ DI MARKETING SU INTERNET

Come individuare il target delle tue campagne Facebook Ads

Sai qual è il segreto per creare una campagna pubblicitaria di successo su Facebook? Identificare in modo corretto il target delle tue inserzioni.
Una volta determinati gli obiettivi della tua campagna, devi decidere a chi mostrarla, ovvero devi stabilire chi è il tuo pubblico.
Per raggiungere il tuo pubblico hai a disposizione diversi formati pubblicitari e centinaia di possibili parametri, quindi se vuoi che la tua campagna sia efficace devi sfruttare al meglio le possibilità offerte da Facebook.
Da dove iniziare?

Qual è il target migliore per una campagna Facebook Ads?
Un errore che molti compiono nella definizione del target delle proprie campagne è di usare pubblici troppo ampi o interessi troppo generici, in questi casi sprechi il budget senza ottenere alcun risultato.
Quando si parla di target, c’è chi usa gli interessi specifici, chi le caratteristiche demografiche, chi i pubblici simili, alcuni consigliano di lasciar fare all’algoritmo pubblicitario di Facebook, o di selezionare uno o più CAP relativi alle zone che vuoi raggiungere. Tutto più o meno giusto, ma il target migliore è uno solo:
il target migliore è quello che ti conosce e, soprattutto, mostra interesse nei tuoi confronti.
Esistono due tipi di target: 
Chi ti conosce (target caldi)
Chi non ti conosce (target freddi)
Chi ti conosce ha una maggiore probabilità di comprare qualcosa da te, mentre è molto più difficile lavorare – prima ancora che vendere –  su pubblici freddi (ovvero su chi non ti conosce, e non ha mai interagito con il tuo sito o con i tuoi contenuti pubblicati su Facebook).
Chi è il target che ti “conosce”?
Ovviamente i tuoi clienti.
Oltre ai clienti effettivi che hanno già effettuato un acquisto, devi tenere in considerazione anche il tuo database di mail costruito negli anni, che a sua volta sarà distinto in contatti freddi e caldi. In questo modo potrai raggiungere anche le persone che in precedenza hanno manifestato un interesse nei confronti dei tuoi prodotti e/o della tua attività, quelle che si sono iscritte alla newsletter, quelle che hanno scaricato delle risorse gratuite sul tuo settore.
Un altro tipo di target molto efficace è chi ha effettuato delle azioni sul tuo sito: dalla semplice visualizzazione di pagina alla lead generation, all’aggiunta dei prodotti al carrello o al checkout.
Uno dei vantaggi principali della piattaforma di Facebook è la possibilità di utilizzare questi target che hanno mostrato interesse al tuo prodotto o servizio come pubblici di remarketing. 
Naturalmente i clienti effettivi, quelli che hanno effettuato uno o più acquisti, vanno tenuti sempre in considerazione, e magari coinvolti con offerte dedicate per fare up-selling o cross-selling.
Sito come Hub 
Il sito rimane sempre lo strumento principale per fare pubblicità su Facebook. Come sostengo da anni, il sito è un hub, fa da centro di smistamento per il traffico che arriva dai diversi canali: SEO, Search ADV (principalmente Google ADS), Social Network e Facebook Ads: tutti confluiscono sul sito e vengono inseriti in diversi elenchi di retargeting. 
Una buona strategia di Facebook Advertising deve essere integrata alle altre attività di Web Marketing, SEO in primis.
Senza SEO è molto difficile mettere in piedi un progetto sostenibile: il traffico organico derivato dalla SEO è necessario perché non puoi fare leva sempre e solo sul traffico a pagamento, e in più è profilato. 
Inoltre devi presidiare le serp sia per vincere la competizione per le keyword legate all’acquisto, sia per intercettare le keyword transazionali, quelle che sono più vicine all’acquisto.  E non dimenticare la brand protection, gli utenti che vedono le tue inserzioni su Facebook, devono trovare il tuo sito in prima pagina su Google, non quello dei tuoi concorrenti. Altrimenti regali loro traffico e clienti.
Il Retargeting: l’arma segreta di ogni advertiser
Di norma senza retargeting non si vende. Ma il retargeting non è solo mostrare il tuo sito a chi ci finisce sopra. O meglio, questa è la forma più semplice e ovvia. Ci sono molte opzioni più sofisticate, che permettono di mettere in piedi una vera e propria strategia.
Facebook ha dei metodi interni per fare retargeting (engagement sul sito, su un post, visualizzazione video) ma spesso sono meno efficaci rispetto alle azioni compiute sul sito. Questo perché lasciare Facebook richiede un piccolo “sforzo” che è sintomo di interesse.
Questo non vuol dire che le tecniche di retargeting su Facebook siano inutili, specialmente se combinate tra loro. Ad esempio puoi mostrare un video a chi è già stato sul vostro sito e targettizzare chi ha visualizzato l’intero video per poi mostrargli un prodotto, un carousel o il retargeting dinamico.
Esistono tre modi principali per fare retargeting:
remarketing tematico
remarketing temporale a incastro
remarketing comportamentale
Il remarketing tematico significa selezionare il target in base agli argomenti del sito, come una categoria oppure un insieme di singole pagine che ritieni “importanti” per il sito: possono essere diverse landing page o diversi contenuti, o un insieme di entrambi, oppure qualcosa di diverso.
Il retargeting tramite contenuto (tramite URL) ti permette infatti di selezionare chi ha visualizzato più contenuti del sito, o TUTTI i contenuti (da 2 in poi).
Un altro modo di fare retargeting tradizionalmente è quello temporale: il più diffuso è quello che divide il target in 1-2-3-15-30-60-90-180 giorni dall’azione (es. visita al sito). Non è una regola fissa e dipende principalmente dal volume di traffico, ma rimane una delle più utilizzate dai pubblicitari. Nel concreto significa che una tua inserzione viene mostrata più volte nell’immediato, e con il passare del tempo sfuma. Lato ADV significa che la percentuale di probabilità che un’inserzione converta diminuisce con il passare del tempo, per cui diminuiscono budget e frequenza che si puntano su di essa, quindi più passa il tempo e  meno frequentemente l’utente visualizza la nostra inserzione.
Questi 2 metodi possono ovviamente venire miscelati: per cui puoi targetizzare chi ha visualizzato una certa categoria negli ultimi 14 giorni, oppure chi ha visualizzato una pagina e un’altra negli ultimi 7 giorni.
Infine il remarketing comportamentale è basato sul comportamento degli utenti sul tuo sito, per esempio è possibile targettizzare gli utenti che sono stati per un certo numero di secondi su una specifica pagina, o quelli che hanno visualizzato più volte una pagina in un determinato lasso di tempo.
Testare, testare, testare!
I target migliori sono quelli che statisticamente convertono di più, ma per averne certezza devi comunque testare. Spesso chi non conosce la pubblicità online pensa che si possa guadagnare milioni spendendo pochi euro.Questo avviene anche per colpa dei fantomatici “guru”, infomarketer o semplici novellini che hanno avuto un caso di successo e non sanno come replicarlo.In realtà l’advertising online è un sistema complesso, richiede costante controllo e soprattutto funziona per studio e inferenza logica. Si fanno continuamente ipotesi che poi si vanno a verificare o falsificare.
Molto spesso le campagne hanno alti costi di start-up proprio per trovare i target migliori, soprattutto quando non c’è una base forte di clienti o un database o un grande accesso PROFILATO al sito.)
Per questo bisogna avere pazienza, fare test e analizzare quotidianamente l’andamento delle nostre campagne, senza aspettarsi i risultati “miracolosi” che vi propongono i guru online.

 
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